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Commenti al testo di Roberto Maggiani
dieci leghe e una chiesa che la riassume (0,0)

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 Franca Colozzo - 12/07/2020 22:19:00 [ leggi altri commenti di Franca Colozzo » ]

Se non tu non avessi avuto un giardino, caro Roberto, avresti dovuto disegnarlo con le tue matite colorate per sopravvivere alla chiusura (non possiamo dire "lockdown", pare non piaccia agli Accademici della Crusca.
Il dramma della paura è qui vissuto in diretta attraverso una scrittura spezzata, decostruita, ricostruita, come se respirassi a fatica. Il diaframma delle pareti di casa tua sembra contenere tutta la disperazione dell’ignoto.
Certo che il virus si è preso gioco di noi umani! Purtroppo con lo strascico di troppi morti, troppi cadaveri sospesi ai nostri ricordi, tra il negazionismo di chi si rifiuta di confrontarsi con la paura e l’eccessivo panico di chi la cavalca.
Come al solito "in medio stat virtus", così ci crogioliamo al sole volutamente ignari del pericolo latente. Vorremmo tutti che il virus fosse andato in vacanza lasciandoci liberi di respirare liberamente.
Siamo nella fase 3 o sospesi al filo della vita?

http://www.lteconomy.it/blog/2020/07/10/covid-19_phase-3-a-leap-forward/

 Arcangelo Galante - 11/07/2020 18:37:00 [ leggi altri commenti di Arcangelo Galante » ]

C’è molto studio in questa lirica, nella quale l’autore ha raccontato quanto vissuto dalla propria città, nelle sue dieci leghe di diametro ed una chiesa, al suo interno, che sembra voler custodire ogni segreto lasciato dai suoi abitanti.
È un tempo d’assedio, ove tutto sembra essersi fermato, forse anche il pensiero o la voglia di creare qualcosa che tarda ad arrivare, pur se qualche schizzo trova spazio su di un foglio bianco o all’interno di un giardino ove attendere un’alba nuova.
Magari, alla fine di tutto, ogni barriera potrà essere superata, così come quella staccionata che impedisce di vedere l’oltre.
Grazie per la condivisione dell’opera.
Amichevolmente, saluto.